venerdì 14 ottobre 2011

La storia di Arthas Menethil

Arthas Menethil è il figlio di re Terenas Menethil II, sovrano delle terre di Lordaeron, le terre più a nord dei regni degli umani; è quindi il principe della corona di Lordaeron. Ha una sorella, Calia Menethil.
Arthas era un giovane piuttosto coraggioso e intraprendente, ma con scarsa abilità nelle armi. Quando Muradin Bronzebeard, arrivato a Lordaeron come ambasciatore del clan Bronzebeard, lo vide allenarsi decise di insegnargli come tenere una spada tra le mani. Durante quel periodo conobbe Jaina Proudmoore, figlia del Grande Ammiraglio Daelin Proudmoore.
Arthas si allenò duramente come guerriero e paladino sotto la guida di Uther the Lightbringer e di Muradin, fino a diventare un ottimo guerriero. Durante una passeggiata invernale, il suo cavallo, Invincibile, con cui aveva un rapporto di affetto radicato e forte, scivolò a causa del ghiaccio in un ripido pendio e questo gli costò la vita. A causa di ciò, Arthas promise che avrebbe fatto di tutto per salvare i suoi cari.
Arthas si innamorò di Jaina, e condivise con lei dei bellissimi momenti. Vennero scoperti da Kael'thas Sunstrider, il quale maturò un'ira profonda verso Arthas che sarà poi accentuata dalle sue successive azioni. Kael era infatti innamorato della maga, nonostante avesse qualche migliaio di anni in più di lei.
Tuttavia Arthas si rese conto di non essere pronto al matrimonio con Jaina, così si concentra esclusivamente sull'addestramento lasciando Jaina.
All'età di diciannove anni fu consacrato nella città di Stormwind come paladino, e il suo addestramento venne perpetuato da Uther the Lightbringer. Entrò quindi a far parte della Mano Argentata.



Arthas, paladino 
In un momento in cui Arthas si trovava in uno stadio avanzato del suo addestramento come paladino, viene inviato ad aiutare il suo maestro, Uther the Lightbringer, nel contrastare una ribellione degli orchi avvenuta nella regione meridionale di Lordaeron. Arrivato sul posto, Arthas viene informato da Uther che gli Orchi stanno per attaccare il vicino villaggio senza difese di Strahnbrad. Il principe va dunque a difendere il villaggio e riesce ad uccidere gli orchi schiavisti già entrati in città; nel frattempo, Uther si prepara ad attaccare gli Orchi rimanenti. Salvata Strahnbrad, Arthas raggiunge Uther proprio nel momento in cui questi ha inviato dei messaggeri agli Orchi per parlamentare. Dei due messaggeri tornano solo i loro cavalli, così Uther dà ad Arthas il privilegio di comandare l'attacco principale contro gli Orchi autori della ribellione, il Clan Blackrock.

Arthas in Wow

Due settimane dopo la vittoria sul clan, Arthas accompagna Jaina Proudmoore ad indagare sulla diffusione di una strana malattia a Nord di Lordaeron. Qui scoprono che un gruppo di strani sacerdoti guidati da uno stregone vestito di nero, Kel'Thuzad, sta modificando del grano. Kel'Thuzad e i suoi adepti riescono a fuggire. Dopo aver distrutto il grano infetto, Arthas e Jaina cercano i negromanti nel luogo da dove proviene il grano: la cittadina di Andorhal, che scoprono orribilmente devastata. Lì ritrovano Kel'Thuzad e lo uccidono, ma è ormai troppo tardi: il grano infetto, capace di trasformare delle persone innocenti in orribili mostri di carne in putrefazione, in non morti, è partito per la città di Stratholme da prima che Andorhal venisse distrutta. La scoperta del fatto che il grano trasformasse i cittadini distrugge Arthas, il quale sapeva di essere venuto meno al suo giuramento, facendogli perdere in parte la sanità mentale.
In direzione di Stratholme, il principe e la maga scoprono che il grano è passato anche per la cittadina di Heartglen, che durante la loro permanenza viene assediata dai non morti. Arthas decide di restare a difendere la cittadina, uccidendo anche gli abitanti già contaminati dalla malattia e già trasformati in creature della morte, e manda Jaina a cercare dei rinforzi da Uther, che fortunatamente arrivano giusto in tempo per fermare la caduta della cittadina.
Infuriato per ciò che stava accadendo alla sua gente, Arthas riparte per Stratholme, e sulla strada incontra il profeta Medivh, che gli consiglia di andare nel continente di Kalimdor, ma Arthas rifiuta, affermando che fosse suo compito restare per difendere la sua patria. Ormai egli è accecato dalle passioni, al punto da scacciare Uther per tradimento quando questi si rifiuta di uccidere gli abitanti di Stratholme, infettati dalla Piaga dei Non Morti (questo è il nome della malattia).
A Stratholme, Arthas incontra Mal'Ganis faccia a faccia, che lo sfida a batterlo nel continente di Northrend, e poi scompare. Arthas si reca nel continente e lì trova e salva dai non morti i nani di Muradin Bronzebeard, fratello del re dei nani Magni, che quindi si aggrega al principe.
A questo punto però le cose volgono al peggio: un editto reale del padre di Arthas ordina agli uomini del principe di ritornare a Lordaeron. Arthas, ormai convinto che l'unico modo per sconfiggere i non morti fosse uccidere Mal'Ganis , incendia le navi predisposte per lo scopo, con l'aiuto di ogre mercenari e del riluttante Muradin, prima che i suoi soldati riescano a raggiungerle. Poi, fa ricadere la colpa dell'accaduto sui mercenari e li fa trucidare dai suoi soldati, nonostante le proteste di Muradin.
Arthas e il nano vanno quindi alla ricerca della spada runica Frostmourne, che dovrebbe essere in grado di uccidere Mal'ganis. La trovano, ma Muradin scopre che è maledetta e cerca di fermare Arthas, che però afferma di poter sopportare una qualsiasi maledizione e di poter pagare qualunque prezzo per salvare il suo popolo e la sua patria. Allora il blocco di ghiaccio contenente Frostmourne esplode uccidendo (solo apparentemente, come si saprà poi) il suo amico Muradin. Ma la spada era maledetta davvero ed appena Arthas la impugna la sua anima viene rubata da essa, sostituita con la voce di un oscuro signore, il Re dei Lich in persona che trasforma il coraggioso e generoso principe in un suo burattino. Arthas distrugge l'accampamento di non morti di Mal'ganis, raggiungendo quest'ultimo e riuscendo infine a ferirlo con un colpo al petto. Ancora vivo, il signore delle tenebre sapeva che Frostmourne non era altro che un pezzo dell'armatura del Re dei Lich, e domandò ad Arthas cosa la spada gli stesse dicendo. Con suo grande stupore, Arthas rispose che lo incitava a vendicarsi.
Tolto di mezzo Mal'ganis, il piano del Re dei Lich per sottrarsi a Kil'jaeden era iniziato.
Ormai Arthas è un suo servo, e diventa un cavaliere della morte.

Arthas, cavaliere della morte 
Tornato a Lordaeron, Arthas viene accolto come un eroe, colui che ha sconfitto per sempre i non morti e gli untori della Piaga, ma lo stesso giorno uccide suo padre, Terenas Menethil, e scompare, non prima di aver risvegliato il suo cavallo Invincibile come servo nonmorto.
All'incirca un mese dopo, Arthas, che nel frattempo aveva vissuto una vita da bandito cibandosi di tutto ciò che gli capitava sottomano, viene convocato dal Signore delle tenebre Tichondrius che gli ordina di ricostituire il culto dei dannati di Kel'Thuzad, cercando figli adepti nascosti nella capitale, cosa che Arthas compie puntualmente. È quindi necessario che lo stregone Kel'Thuzad risorga per continuare a diffondere la Piaga.


Arthas divenuto il Lich King


Durante la prima epurazione dei viventi di Arthas, egli recupera i resti di Kel'Thuzad nei pressi di Andorhal, che però sono ormai troppo decomposti, e vanno quindi protetti in un'urna speciale custodita dai paladini. L'urna, protetta da Uther the Lightbringer contiene i resti di Re Terenas, ma Arthas uccide il suo antico mentore e usa l'urna per i suoi scopi blasfemi.
Guidato dallo spirito di Kel'Thuzad, dirige le sue truppe di non morti verso Quel'Thalas, dove si trova il Pozzo Solare elfico (una fontana millenaria in cui al posto dell'acqua scorre dell'energia magica), l'unica fonte di potere abbastanza grande da poter essere usata per far risorgere il negromante. Nonostante la difesa accanita degli elfi, organizzata dalla loro comandante Sylvanas Windrunner, le truppe di Arthas entrano a Silvermoon, la capitale elfica, e riescono a far risorgere Kel'Thuzad in forma di lich. Nella battaglia il Pozzo Solare viene distrutto e Arthas uccide e mette in stato di non morte la ranger Sylvanas, mettendola poi a capo delle sue banshee. Poi lui e Kel'Thuzad si preparano ad organizzare la seconda fase del piano dei demoni per distruggere Azeroth: l'evocazione di Archimonde. Dopo aver sconfitto gli orchi del clan Blackrock a difesa del Portale magico capace di far comunicare gli esseri fisici coll'Ade Vorticoso, Archimonde informa Kel'Thuzad della prossima mossa: recuperare il libro di evocazioni di Medivh, nella città di Dalaran. Allora le truppe di Arthas assediano la città magica e per abbatterne le difese uccidono vari maghi, tra cui il maestro di Jaina Proudmoore, l'arcimago Antonidas. Recuperato il libro Kel'Thuzad, protetto efficacemente da Arthas, riesce ad evocare Archimonde nei dintorni di Dalaran, che è la prima a pagarne le conseguenze, visto che viene praticamente rasa al suolo dall'Eredar. Ma l'arrivo di Archimonde fa diventare meno importanti Arthas e Kel'Thuzad, che continuano ad essere semplici pedine della Legione Infuocata sotto il controllo di Tichondrius.
Dopo aver lasciato Kel'Thuzad e Sylvanas a Lordaeron sotto il controllo di Balnazzar, Detheroc e Varimathras, Arthas deve invece seguire Tichondrius e Archimonde a Kalimdor. Il cavaliere della morte complotta perché Tichondrius venga ucciso e liberarsi così della sua influenza: dopo aver saputo della liberazione di Illidan Stormrage lo convince a prendere il Teschio di Gul'dan, con cui trasformarsi in un essere di potere tale da poter uccidere Tichondrius.

Arthas, Re dei Lich 
Tornato a Lordaeron, Arthas scaccia i Signori delle tenebre Detheroc, Balnazzar e Varimathras, e diventa il nuovo re di quelle terre e padrone del Flagello. Tuttavia, durante i massacri nei villaggi degli umani e dei paladini sfuggiti alla prima epurazione, Arthas sente i suoi poteri affievolirsi, e gli appare il Re dei Lich, che lo informa di star perdendo il suo potere, lo avverte di un grande pericolo a Northrend e gli ordina di ritornate in quelle distese ghiacciate. I Signori delle Tenebre sentono che il re Arthas sta perdendo i suoi poteri e ne approfittano per rubargli gran parte dei suoi non morti e per tendergli un'imboscata e ribellarsi, ma Arthas riesce a fuggire da Lordaeron, e, in seguito, grazie al salvataggio di Kel'Thuzad, anche da una nuova imboscata ordita da Sylvanas Windrunner, la quale comincia a riacquistare la sua volontà a causa dell'allentamento del controllo mentale che il Re dei Lich aveva su di lei, causato dalla perdita dei poteri del Re stesso. Prima di imbarcarsi Arthas affida il suo regno al lich Kel'Thuzad, l'unico rimastogli fedele.
Approdato a Northrend, trova una base degli elfi del sangue guidati da Kael'thas Sunstrider e riesce a sconfiggerli grazie anche all'arrivo del suo nuovo alleato Anub'arak, inviatogli in soccorso dal Re dei Lich. Con lui decide di passare per l'antico regno sotterraneo di Azjol-Nerub, una scorciatoia che gli permetterà di arrivare in tempo per salvare il Re dei Lich. Qui sconfigge i nani ancora vivi di Muradin Bronzebeard, e altre numerose creature che cercano di bloccargli la strada, tra cui i Nerubiani nemici di Anub'arak. Infine arriva ad Icecrown, giusto in tempo per sconfiggere le armate di Illidan Stormrage.
Dopo la vittoria ferisce gravemente in duello Illidan, entra nel trono ghiacciato e prendendo l'elmo di Ner'zhul si fonde con lui, diventando il nuovo, potentissimo Re dei Lich.
Dopo la fusione, Arthas dorme per molti anni; nei suoi sogni consuma lo spirito di Ner'zhul e bandisce Matthias Lehner, lo spirito di un bambino, il cui nome è l'anagramma di "Arthas Menethil"; Matthias rappresenta tutto ciò che restava dell'Arthas di un tempo, capace di compassione e di amore.
Risvegliatosi, Arthas si toglie il suo stesso cuore, convinto che ogni cosa che aveva di mortale lo rendesse più debole. Ora in grado di muoversi, viaggia fino al punto in cui era morta la prima consorte del drago Malygos, Sindragosa, e qui la resuscita come uno dei più potenti draghi dei ghiacci non morti al suo servizio.
Tempo dopo scaglia una nuova Piaga su Kalimdor e sui Regni Orientali, e quando viene curata spedisce orde di abomini e draghi dei ghiacci ad attaccare Orgrimmar e Stormwind. In seguito a ciò, sia l'Alleanza che l'Orda salpano per Northrend con l'intento di dar battaglia al Flagello.
Tutti questi attacchi il Re dei Lich li pensò per attirare potenti eroi a Northrend, dove intendeva corromperli ed usarli contro la loro stessa gente, in maniera simile al percorso che lui stesso aveva fatto.


« Alla fine. Nessun re regna per sempre, figlio mio »
(Terenas)

La morte di Arthas 
Tempo dopo, sia Jaina che Sylvanas guidano un gruppo di eroi (rispettivamente dell'Alleanza e dell'Orda) per sconfiggere il Re dei Lich; Jaina guida il suo gruppo anche nell'intento di avere le prove che l'uomo che aveva amato non era del tutto scomparso, prove che in un primo momento non riesce a recuperare. Entrambe le spedizioni falliscono.
In seguito, un altro gruppo di campioni viene guidato da Tirion Fordring. Incapacitato Tirion, Arthas uccide in un sol colpo tutti i campioni, preparandosi poi a resuscitarli al suo servizio. Viene però fermato da Tirion, liberatosi, che riesce con la spada Ashbringer a spezzare Frostmourne, liberando le anime in essa rinchiuse, tra cui anche quella di re Terenas. Ciò indebolisce molto Arthas, e i campioni, riportati in vita da Terenas, riescono infine a ferirlo a morte, liberando anche il suo spirito dalla morsa della lama.
Arthas muore qualche istante dopo, tra le braccia dello spirito di suo padre, mentre il ruolo del Re dei Lich, che non può essere distrutto, viene preso da Bolvar Fordragon.
Gli avventurieri rinvengono inoltre una serie di oggetti appartenuti ad Arthas, fra cui un medaglione di Jaina, un distintivo della Mano Argentata ed altre cose, segno che lo spirito di Arthas non era andato completamente perduto.


Personalità 
Arthas era un uomo d'azione, coraggioso, impulsivo e diretto, rappresentava un vero e proprio leader ispiratore per i suoi uomini. Sempre brillante nelle conversazioni con gli altri personaggi, Arthas ha anche un forte senso di lealtà verso i suoi soldati ed il suo regno. D'altra parte, Arthas è stato vendicativo e di tanto in tanto ha perso il controllo. Ha agito spesso senza l'approvazione degli altri, ma sempre con buone intenzioni. Fu proprio il senso di lealtà e l'amore per la propria gente a trasformarlo in ciò che è adesso: infatti prese la spada runica Frostmourne, accettando di offrire qualsiasi cosa e pagare qualunque prezzo per vedere salvo il suo popolo; ironicamente il prezzo sarebbe stato diventare colui che l'avrebbe distrutto. Dopo la morte di suo padre, Arthas affermò di non provare rimorso, vergogna o pietà: segno che la sua anima era stata rubata dalla spada. Qui nacque un nuovo Arthas, una sua versione spietata e cinica con un amaro senso dell'umorismo. Eppure la spada non riuscì a rubare completamente la sua anima: una piccola parte lottò fino alla fine, ma il nuovo Arthas finì per sbarazzarsene, come raccontato in "Arthas - L'ascesa del re dei lich". Pare però, come confermato da Uther nella Sale di Rifessione, che una piccola parte del vero Arthas sia rimasta nella mente del Re dei Lich, e sembra essere tutto ciò che lo ha trattenuto dall'annientare tutti i viventi; proprio per questo motivo dovrà sempre esserci un Re dei Lich, che faccia da freno inibitore per il flagello, che altrimenti si scatenerebbe su Azeroth come uno sciame di locuste, distruggendo tutto ciò che incontra al suo passaggio. Alla fine Frostmourne fu spezzata ed Arthas Menethil, il vero Arthas Menethil che voleva solo aiutare il suo popolo, trovò finalmente la pace del riposo eterno, libero dalla morsa della terribile lama.

Fonte: Wikipedia

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